Finalmente,
insomma, caratterizzazioni intagliate su un colore autentico
Già,
ma non possiamo dimenticare che l'altra grande parte del lavoro
l'hanno fatta gli attori, che si sono dimostrati tutti bravissimi
e perfettamente adattabili ai personaggi.
Prossimo
film... onda di altri progetti
Visualizzazioni?
Tutti
mi dicono di sfruttare l'onda
io non ho tutta questa fretta.
Ho un'idea ancora vaga, campi di grano in Capitanata sporcati
di rosso
Però la Puglia verso la Basilicata, più
a nord. Oppure no, ce ne andiamo sulla riviera romagnola, o la
Sardegna
Milano
Spesso il tuo sguardo anticipa l'interrogarsi
dello spettatore. Un gioco che riesce bene, mi sembra. Ma rimane,
a tratti, una certa reticenza
Per
me il fuoricampo è fondamentale, sia a livello di storia
che di singola situazione. Ricorda che ci sono dei sensi da sollecitare.
Come un massaggio risveglia il muscolo che non sai neanche di
avere, così un film - attraverso l'uso del suono ad esempio
- può ricordarti che esiste qualcosa oltre lo schermo,
che ci sono direzioni che sorpassano il visibile.
Ma
Alessandro Piva da dove viene al Cinema?
Da noi in Italia ci sono due modi di intendere la carriera: la
gavetta di chi fa l'aiuto regia, che prima porta l'acqua minerale
sul set, poi sposta le comparse, poi guadagna la fiducia del regista
e infine in qualche modo si ritrova a fare delle regie. L'altra
via, anch'essa fatta di piccoli passi e di pazienza, ha il primo
gradino nell'ammissione al Centro Sperimentale. Io sono passato
da quest'ultima strada e ho iniziato come montatore, continuando
però a fare corti e reportage tutti miei.
UN'ALTRA
intervista.
come
sono nati i personaggi di "la capagira"?
credo
ci sia un solo modo di fare nascere personaggi vicini alla realtà:
si tratta di guardarsi bene attorno. è quello che a bari
ha fatto mio fratello andrea, che è l'autore della sceneggiatura,
insieme con me.
ha
collaborato alla stesura della sceneggiatura? se sì, in
che misura?
andrea
aveva sviluppato autonomamente il nucleo centrale della storia,
proprio caratterizzando in maniera viva i personaggi, che secondo
me sono la vera forza del film. in seguito, un mio apporto c'è
stato, e anche piuttosto consistente, ma spesso in direzione diciamo
così, ritmica. forse più di mio fratello, io avevo
chiaro in mente cosa si potesse raccontare e cosa no con la cinepresa.
perché
non sono stati chiesti finanziamenti pubblici per questo film?
perché
non ce li avrebbero dati; abbiamo pensato di risparmiarci qualche
marca da bollo e le file al ministero
scherzi - fino a un
certo punto - a parte: quello di lacapagira è un progetto
molto particolare, un'operazione che per mantenere indipendenza
non poteva permettersi di fare i conti con nessuno. anche per
accorciare i tempi, solitamente troppo lunghi quando si aspetta
il sì di qualche commissione o di un capostruttura.
qual è stato il budget del film?
intorno
ai duecento milioni.
con un budget maggiore "la capagira"
sarebbe stato realizzato diversamente?
certo.
ma doveva andare così. ogni film ha la sua storia. in ogni
caso, solo raramente la mancanza di mezzi economici si è
tradotta in concrete limitazioni dell'azione sul set.
come si è svolto il lavoro di montaggio?
il
montaggio è stato molto laborioso. la struttura del film
si prestava a continue rivisitazioni, anche stravolgimenti sostanziali,
perché andrea ha scelto un modo narrativo non lineare.
come
ha scelto le musiche di "lacapagira"?
pensavo
che un film così legato al territorio avesse bisogno di
musiche che dal territorio nascessero. non intendo con questo
dire che pensassi a musiche etniche, solo volevo che anche la
musica provenisse dal barese. così ho indagato sui gruppi
musicali di bari, finché non ho individuato un paio di
nomi possibili, fino alla scelta di ivan iusco, che credo abbia
fatto un ottimo lavoro. peraltro ivan a bari vive a duecento metri
da casa mia, e io sono spudoratamente pigro
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